I classificata
Rosanna Bertacchi Monti
È così blu il cielo
So… della gramigna
che insidiosa s’inviscera
fra pietra e pietra a Gerusalemme
a vizzire nella Terra – che fu ara all’Agnello – l’antica semenza del verbo di pace.
So… del veleno dell’odio
che – in riti di serpi – fra le zolle si sparge
e in brune fratte s’aggruma
dentro le vene delle montagne
a tessere agguati d’infidi scorpioni
nelle notti violàte in cui pure la luna
si cela spaurita dentro il burka o il chador.
So… del silenzio che grida di mille croci
dal cratere-braciere che memorie offre
di lutto
all’amplesso amoroso di preci e di pianto
là ove alte a rifrangere il sole dai vetri
svettavano al cielo le “torri gemelle”.
So… ma oggi… oggi… è così blu il cielo
che il sereno si specchia
nelle foglie delle magnolie
scivola sulle scorze delle betulle
s’effonde nell’aria a sciogliere canti
per la scommessa gioiosa
d’un nido tra i rami.
Fiotta nei cuori come fosse cascata
di linfa, di luce, d’indicibile pace
che tutto azzurra e tutto rinserra
in una sorta di corale preghiera
che è inno di vita e di speranza
persino qui… / tra vecchi in pigiama
carezzati dal sole sulle panchine
e ragazzi con le stampelle
stregati dal volo di una farfalla/
... in questo stento giardino di ospedale.
II classificata
Angela Fullone
Se solo tu…
Oggi come ieri…
sono i ricordi dolci-amari
a turbarmi il cuore.
Oggi come ieri…
sono tornata
sulla bianca lapide
a meditare,
lasciando scorrere…
perle di pianto
sulla terra stanca;
nella mente un vortice
di confusi pensieri.
Se solo tu…
mi avessi amata un po’,
se solo tu avessi fatto…
un passo in più
per capirmi, per capirci.
È così breve
il tempo assegnato
che oggi…
è già domani,
e quando te ne accorgi…
ogni cosa è corteccia di tempo.
No, non ci son lacrime – Padre – senza gioia, né dolore.
Oggi come ieri…
mi dibatto in enigmi di pensieri.
Il pianto di oggi…
è quello di ieri,
son gocce d’amore – Padre – ma non bastano a placare
il dolore che mi porto dentro.
Se solo tu…
mi avessi amata un po’
dal mio pianto oggi
spunterebbe un fiore.
III classificata
Anna Calossi
La luce per un giorno
Vivo qui
dove fiorisce il buio
dove l’alba nelle mie piaghe
ha sepolto il colore.
Vivere da cieco
con le pupille secche
con l’illusione di spaccare a poco a poco
questo marmo senza vene, senza fine.
Si abbracciano le ombre,
dal nero della notte
si allungano nel vuoto buio del mattino.
Davanti a me non ho paragoni,
potessi vedere
anche per un solo giorno,
non perderei tempo:
spalancherei i miei occhi
mi aggrapperei ad un lampo
e darei luce al mondo,
divorerei il tramonto con lo sguardo
e con il vento ai piedi
imparerei a volare.
Poter vedere il mare
oppure un fiore,
il verde del mio prato,
il chiarore della luna,
“ma com‘è bionda o bruna”?
E poi… la neve e te.
Avidamente
non avrei più sonno.
IV classificata
Anna Bor
Lo squarcio
New York 11 settembre 2001
Nuovi figli
d’Icaro
ubriachi d’odio
nell’ombra
virarono ali d’acciaio
sul diritto alla vita
Lo squarcio
infuocato
fuse assieme sangue
versato per scelta
e linfa di vittime
del caso
Le “Torri Sorelle”
sospesero Manhattan
in un’unico respiro
... s’alzarono colonne
di arterie fumanti
negate alla vita
Contro il cielo
scuro di ceneri…
pulsarono sull’asfalto
polveri di corpi
tra lampi di lance
d’acciaio contorto
Ora…sull’immenso squarcio
si salda limpida… in un’unica fiamma
una dolorosa montagna
di mani in preghiera che
ripetono la speranza sui… “tempi di fuoco”
che cavalcano l’orizzonte!
V classificata
Alessandra Crabbia
Un grande amore
Ancora più bella sei,
ora che il tuo corpo frana lento
colpito da tutti questi anni amari.
Le scie avventurose del tempo
scolpiscono il tuo viso come un idolo inca.
I tuoi seni, dolcemente arresi, teneri, saggi
si fanno scoscesi come un’onda al golfo del Bengala,
il tuo ventre di vecchia madre
risplende nell’opulenza di un autunno dorato,
i tuoi capelli sono filigrana d’argento
baciati dal vento di maestrale,
e le tue snelle gambe
conoscono l’azzurra geografia delle vene.
Ancor più mia, sei,
e a nessuno appartieni
ora che a tratti temi che tua bellezza
fuggendo nasconda lo splendore interno.
Non t’ho mai amata di questo amore cocente e ostinato,
perché ora che il tempo ti piaga,
che sei mortale m’accorgo
e il tuo accecante tramonto guardo
come un abbagliato viandante
di un paese raggiunto
dopo molto patire.
VI classificata
Micaela Sansevero
Dedicata a Samuele Lorenzi
Solo pochi giorni fa,
sereno giocavi,
nel giardino innevato
della tua casa
tra le bianche cime
che abbracciano Cogne.
Era un tuo diritto giocare,
Samuele,
eri un bambino.
Era un tuo diritto vivere,
ma qualcuno ha deciso di strapparti,
con la violenza,
all’abbraccio di tua madre,
alla tua infanzia.
Tra le cime di Cogne,
rosse del tuo sangue innocente,
la tua vocina si fa un sussurro nel vento,
nell’aria sospeso
il segreto della tua morte.
VII classificato
Vittorio Magrini
La speranza
La notte è passata, la luna spegne le stelle.
Gli scuri alle finestre si schiudono pigri
a occhi assonnati che guardano in alto;
la volta scura del cielo si allontana.
Schiocchi di faville salgono serpeggianti
lungo il camino; il crepitio dei ciocchi rompe
a tratti il silenzio, la fiamma avvampa, prende
colore, si spande sulle pareti annerite.
Un breve brusio, pacato, di poche parole.
Occhi che scrutano il fondo, la madia è vuota.
S’intrecciano sguardi inquieti,
un lungo lento sospiro.
La mano si posa sul tavolo e su di essa
un’altra la copre.
Un gesto, uno sguardo, un mesto sorriso;
si prende coraggio.
La speranza non deve consumarsi come i
mattoni sotto le scarpe chiodate.
Una porta socchiusa e una stanza invasa
da una fievole luce
là dove i sogni hanno le ali.
VIII classificato
Alessandro Bacci
Millenovecentonovantaniente
Né più caldo né più freddo
disegno un arcobaleno
in bianco e nero,
né più guerra né più pace
dimmi qual è differenza
tra sinistra e destra,
ieri in televisione
ho visto un mondo migliore
ma era un sogno
ed oggi mi sono svegliato
con tanta rabbia tra le tue labbra.
Mi sono svegliato
e adesso…
sto bruciando
i soldi che la gente
sta cercando.
Adesso…
sto colorando
i fiori che la gente
sta calpestando.
Adesso…
sto gridando
il silenzio che la gente
sta ascoltando.
Mi sono svegliato
e penso che di tutta la gente
nessuno assomigli a me,
nessuno e nemmeno te
che ti ho conosciuta nel
millenovecentonovantaniente.
IX classificato
Adriano Scandalitta
Tutto, un tempo
Il latte
in bottiglie di vetro
con il marchio ben visibile
della misura
e il tappo d’alluminio
Il frigo di legno
funzionante
con pani di ghiaccio
L’albero della cuccagna
intriso di grasso
per rallentare la salita
Le mondariso chine
a disinfestare il riso
e a temperare la tristezza
della lontananza
con il canto
La stretta di mano tenace
per siglare un contratto:
tutto, un tempo,
aveva il sapore
d’una dura, schietta genuinità.
X classificata
Chiara Loseri Chiereghin
Primo amore
Alle tue parole
fioriva
la timida viola
del mio cuore.
Vestito il pensiero di sogni
tremuli arcobaleni dell’anima.
Breve carezza la ventata
che mi lasciò sola.
Davanti a me un sentiero
di aquiloni caduti.
Vago con piede prudente
tra code spezzate
di carta velina.